Sia che ci si trovi all’interno del borgo, sia nel territorio circostante, Aggius ha sempre un’ampia offerta culturale, storica e artistica da proporre ai suoi ospiti.

Si parte proprio dal centro storico del borgo, che si pone come vero e proprio museo all’aperto: interamente in granito e ben conservato, di recente è stato sapientemente ristrutturato. Oggi è molto popolato e attivo, spesso location ideale e prediletta per i più importanti eventi. Percorrendo le sue viuzze ci s’imbatte in vicoli, piazzette e slarghi decorati con disegni che rievocano scene di vita paesana o motivi geometrici ripresi dalla tradizione tessile. Le sue chiese, le fontane e gli angoli caratteristici offrono al visitatore uno spettacolo indimenticabile. Tutto è curato nei minimi dettagli e meritano assolutamente una visita: la Piazza delle Danze, via Speslunga, con il gioco della “Pampana” (campana), via Marconi, dove per tradizione ogni 23 giugno si accendono dei falò in onore di San Giovanni Battista, via Vecchia, via Paraula, via dell’Ordito e via Monti di Lizu.

All’interno dell’abitato sono quattro le chiese principali: la Parrocchiale dedicata a Santa Vittoria, che stando ai documenti rintracciati in Curia Vescovile, fu eretta nel 1536. La struttura interna si presenta in uno stile Romanico-Barocco a croce latina con tre navate delimitate da archi molto alti. La chiesa della Madonna d’Itria, isolata rispetto alle altre, fu costruita nel 1750 dalla famiglia Tirotto, in ringraziamento alla Madonna per il ritorno di un familiare caduto nelle mani dei Saraceni. Gli oratori di Santa Croce e del Rosario, entrambi sede delle omonime Confraternite, il primo riporta come unica data, scolpita sull’architrave del portale della facciata, 1709, forse una data di restauro; il secondo costruito sui ruderi di un sacello pagano, la cui data del 1727, incisa sull’architrave della porta d’ingresso, indica probabilmente solo una data di restauro. La Parrocchiale e l’oratorio del Rosario sono dotati di rispettive torri campanarie di recente costruzione, entrambe su progetto dell’architetto aggese Giovanni Andrea Cannas.

 

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